“Mercoledì” e il ritorno alle origini di Tim Burton. Divertente, cupa e sarcastica, anche se…
Fin dai tempi di “Beetlejuice – Spiritello Porcello”, il visionario regista Tim Burton ci ha abituati a pellicole caratterizzate da uno stile incredibilmente riconoscibile. Film dai toni tetri e la fotografia cupa, i cui protagonisti erano degli esseri imperfetti considerati dei veri e propri reietti della società.
Edward Mani di Forbice era un uomo incompleto. Il frutto della mente di uno scienziato morto prima di portare a termine la sua creazione, lasciandogli al posto delle mani degli arti artificiali composti da delle lame.
Persino Batman, uno dei supereroi più amati di tutti i tempi, era costretto a celare la sua vera identità, considerato da molti un criminale e una minaccia per Gotham City. Ed ogni storia veniva accompagnata da una musica avvolgente, in grado di enfatizzare la cupezza della fotografia.
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LA NEVERMORE, UNA SCUOLA PER REIETTI
Così, prendendo la saggia (o forse no) decisione di tornare alle basi, Tim Burton ha deciso di creare una serie TV le cui scenografie, dai toni principalmente grigi, riescono a rievocare quelle atmosfere che avevano caratterizzato i suoi primi lungometraggi.
La Nevermore Academy, il principale loco dove si svolge la trama di “Mercoledì”, risulta invero fin da subito una scuola ambigua. Un edificio avvolto da una naturale oscurità e da un clima saturo di soprannaturale. Perché è proprio da tutte quelle creature sovrumane, considerate dei reietti, che è frequentata la Nevermore. Vampiri. Lupi Mannari. Sirene e Gorgoni. Queste sono solo alcune delle mistiche entità che popolano i corridoi e le aule della spettrale scuola.
E chi, se non Mercoledì Addams, una ragazza dal cervello fino e dai gusti piuttosto macabri, amante delle trame sanguinose, delle torture e delle storie sui serial killer, potrebbe essere più adatta a frequentare una simile accademia?
Inoltre, una serie di brutali omicidi, perpetrati da un misterioso mostro, sta sconvolgendo la comunità della Nevermore e della cittadina limitrofa, Jericho, dove secoli addietro era avvenuta una cruenta caccia alla streghe.
UNA STORIA PREVEDIBILE
In questo clima di terrore, si sviluppa una storia che, nonostante la prevedibilità degli avvenimenti, riesce ad intrattenere e a divertire. Senza rinunciare a quella componente grottesca che per decenni ha caratterizzato le avventure della Famiglia Addams, “Mercoledì” si rivela essere un’opera gradevole e coinvolgente. Tuttavia lascia infine un po’ di amaro in bocca.
Terminata la visione infatti, rimane quel vago sentore che la serie, prodotta e distribuita da Netflix, possegga un gran potenziale rimasto inespresso.
Sebbene Tim Burton, con l’aiuto di Alfred Gough e Miles Millar (già creatori di “Smallville”), che qui hanno assunto anche il ruolo di sceneggiatori, sia riuscito a portare un personaggio iconico come Mercoledì Addams in un contesto del tutto inedito (per lei), sembra che manchi quel tipo di coraggio che avrebbe potuto rendere “Mercoledì” qualcosa di più di una semplice serie adolescenziale.

L’idea iniziale di allontanare la ragazzina dalla comfort zone famigliare poteva essere una trovata originale, nonché un espediente per mostrare un nuovo lato caratteriale della giovane Addams. Non fosse che, salvo qualche eccezione, i personaggi attorno a lei risultano fin troppo superficiali.
UNA PROTAGONISTA ALL’ALTEZZA, MA…
Invero, sebbene Catherine Zeta-Jones (più bella che mai) e Luis Guzman riescano a rendere giustizia a Morticia e Gomez Addams, il solo nome che spicca in quella che si rivela essere una serie corale, è proprio quello di Jenna Ortega. La giovane attrice protagonista della nuova serie di “Scream”, dona il giusto funesto aspetto a Mercoledì, risultando tanto sarcastica quanto saccente e, apparentemente, cinica e indifferente ai sentimenti altrui.
La caratterizzazione, per quanto si avvicini troppo a quella di una protagonista di un teen drama, riesce in qualche modo a non snaturare eccessivamente il personaggio che abbiamo conosciuto e amato. Nonostante ciò, la caratterizzazione dei personaggi che fanno parte del nuovo universo di Mercoledì ne scalfisce appena la superficie.
In particolare, è Christina Ricci, alle prese con il suo alter ego degli anni ’90, a subire le conseguenze di una scrittura mal sviluppata. L’attrice infatti dimostra (come sempre) un’innata bravura nell’interpretare un personaggio dalla doppia faccia ma che, purtroppo, pecca di incisività. Un destino che, sfortunatamente, ha colpito altri personaggi, dall’artista tormentato Xavier (Percy Hynes White) alla sirene/reginetta del ballo Bianca (Joy Sunday).
UNA SERIE COINVOLGENTE
Dalle tre menti che sono riuscite ad influenzare il panorama cinematografico e seriale negli anni ’90 e nel primo decennio del 2000 ci si aspetterebbe molto di più. Eppure, nonostante le chiare imperfezioni di caratterizzazione e di sceneggiatura, “Mercoledì” è una serie che non annoia, anzi. Per quanto prevedibile, la trama presenta alcuni colpi di scena piuttosto interessanti.
Infine la colonna sonora, fiore all’occhiello di una serie tv più incline al target giovanile, comprende artisti del calibro di Edith Piaf, Roy Orbison e i The Cramps (nella famosa scena della danza di Mercoledì), oltre alle musiche di Danny Elfman accanto a Tim Burton da anni, e ad una bellissima versione di “Paint it Black” suonata al violoncello da Mercoledì, riesce ad enfatizzare quell’aria tersa tipica delle storie dedicate alla famiglia Addams.
La serie di Tim Burton quindi, in un certo qual modo, riesce in quello che sembra essere lo scopo per cui è stata creata: intrattenere.

Titolo Originale: Wednesday
Anno: 2022…
Interpreti: Jenna Ortega, Emma Myers, Hunter Doohan, Percy Hynes White, Catherine Zeta-Jones, Christina Ricci
Ideata: Tim Burton, Alfred Gough e Miles Millar
Casa di Distribuzione: Netflix
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